I dati sui mutui forniti dal Barometro CRIF, il Sistema di Informazioni Creditizie della Centrale Rischi Finanziaria, sono discretamente incoraggianti. Aggiornati alla fine del mese di giugno 2018, il Barometro afferma infatti come nel corso del mese centrale dell’anno si sia manifestato un incremento nel numero di domande di mutui, che ha concluso il periodo con un balzo in avanti del 3,6% rispetto al periodo di confronto precedente: un incremento che non ha però evitato all’intero primo semestre di andare in archivio con il segno meno (- 4,4%) rispetto a quanto non fosse accaduto nello stesso periodo del 2017.
L’evoluzione di questa prima parte d’anno non è certo sorprendente. Gradualmente, infatti, il peso relativo alle surroghe (con le operazioni di sostituzione di mutui in corso di ammortamento che hanno contribuito a sorreggere il comparto negli ultimi anni) sta scemando, lasciando dunque spazio a un comparto in cui cresce la ponderazione sui nuovi finanziamenti, con evidenti riflessi anche sulle statistiche legate all’importo medio richiesto (in sviluppo) e alla durata dei piani di rimborso (in allungamento).
In relazione a quanto appena affermato, si noti come – dopo la flessione registrata a maggio – a giugno l’importo medio domandato sia tornato a crescere per un soddisfacente + 0,9%, toccando quota 126.084 euro. In tale ambito, quasi un terzo delle richieste (29,5%) si concentra nella fascia tra i 100.000 e i 150.000 euro, mentre il 26% delle richieste punta a somme entro i 75.000 euro.
Per quanto invece attiene i piani di rimborso, il 22,2% del campione interessato dall’analisi di CRIF richiede un mutuo di durata tra i 26 e i 30 anni, con una percentuale simile sul fronte della durata immediatamente precedente, quella tra i 21 e i 25 anni. L’ammortamento più richiesto continua però ad essere quello tra i 16 e i 20 anni, che concentra il 26% della domanda totale, in incremento dell’1,8% rispetto all’anno precedente.
Il fatto che quasi tre quarti delle richieste punti a mutui con durata superiore ai 15 anni, e che i mutui con durata inferiore (tipicamente, quelli per surroga) hanno una quota inferiore al punto percentuale, conferma le valutazioni già elaborate in merito al significativo calo dell’influenza dei finanziamenti per sostituzione sul totale delle concessioni.
Passando infine alla breve analisi sul profilo del mutuatario, CRIF informa come il 34,6% dei futuri intestatari di mutuo abbia tra i 35 e i 44 anni, mentre la fascia immediatamente più giovane, quella tra i 25 e i 34 anni, ha ora il 25,2% del totale delle richieste. Ancora piuttosto rilevante la quota dei 45 – 54enni, che occupa una percentuale del 24,1% del totale del campione.
Ricordiamo altresì come secondo un recente report di Banca d’Italia, 8 case su 10 in Italia vengono acquistate con un mutuo, e come il loan-to-value – il rapporto tra quanto viene ottenuto in prestito e il valore dell’immobile – sia in aumento intorno al 75%.
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